
Capita sempre più spesso, oggigiorno, di ricevere pazienti che non sono certamente alla prima esperienza di dieta e che al contrario e sempre più spesso, hanno iniziato a seguire più e più volte la dieta salvo poi pentirsi subito e abbandonarla ripetutamente.
Forti di queste precedenti esperienze di prescrizione dietetica, alcuni pazienti a volte ci richiedono, sperando di ottenere dal Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione un assenso, se sia possibile prevedere, nella loro dieta personalizzata, la presenza del “famoso giorno libero”.
La maggior parte dei pazienti desidera il giorno libero, solitamente con cadenza settimanale, apprezzandolo come momento in cui è lecito dimenticare la prescrizione dietetica ottenuta e poter dare spazio alla soddisfazione del palato, magari disposti a diminuire la quantità ma a non reprimere l’assunzione di “cibi buoni e gustosi”!
Nel giorno libero non si sopporta assolutamente di essere costretti a pesare i cibi o ad evitare le quelle prelibatezze che si amano da sempre e che abbiamo dovuto mettere da parte all’inizio della dieta.
Da parte di molti il “giorno libero” viene visto come una “carica di energia e di buonumore”, che permette poi di rituffarci nella dieta quotidiana, prescritta per gli altri giorni della settimana.
In realtà, la necessità di poter fare scelte libere, anche sporadicamente, si sente molto “quando qualcosa non va’ nel verso giusto”, vale a dire se si intraprende una dieta restrittiva e molto lontana dalle abitudini alimentari tenute fino al giorno prima di iniziare la dieta stessa, quindi, per dirla in poche parole: l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere un percorso progressivo, per poter ottenere il giusto successo e traghettarci verso modificazioni delle abitudini alimentari sempre più corrette e salutari.
Prima di richiedere come “evitare”, almeno per un giorno, di fare la dieta, chiediamoci quale sia il modo giusto di intraprendere la dieta e allora potremmo evidenziare alcuni aspetti importanti, primo fra tutti se siamo mossi da una buona motivazione alla modificazione dei nostri comportamenti alimentari disfunzionali.
In secondo luogo è opportuno riflettere se venga considerata da noi “la dieta”, come una serie di norme e “imposizioni di scelte alimentari”, oppure come un’opportunità di approvvigionarci di energia migliore per il nostro organismo, attraverso la scelta di cibi che ci nutrano senza appesantire la nostra digestione.
In terzo luogo, gioca molto a favore o contro il successo di una dieta, la “gradualità” con cui affrontiamo il percorso alimentare personalizzato che ci viene proposto, insieme ad un ulteriore fattore chiave: la presenza di una figura professionale disposta ad aiutarci, in caso di bisogno, dubbio o necessità di adattamento della dieta stessa, oppure l’assenza di questo aiuto professionale e dover contare soltanto sulle proprie forze e sul “fai da te”!
Quando la dieta è intrapresa senza la giusta motivazione, vissuta come una prescrizione o, peggio ancora, come imposizione e iniziata senza la necessaria gradualità, ecco allora che il cosiddetto “giorno libero” appare come “una vera liberazione”, un momento di respiro e di recupero di tutte quelle forze che dobbiamo impiegare per stare attaccati, forzatamente, alla dieta … ma la vera dieta non è nulla di tutto ciò!
Ha allora ancora senso parlare di “giorno libero”, nella dieta, se facciamo nostre, lentamente e in modo facile e progressivo, le scelte alimentari che più si addicono a nutrirci nella giornata?
Come potrebbe piacerci, se siamo, ormai da tempo, particolarmente attenti a non condire a dismisura un alimento, trovarci davanti, nel nostro “giorno libero”, una ricetta nella quale l’intingolo copra e quasi del tutto annulli un ingrediente importante, impedendoci di percepire il “sapore vero” di quel cibo?
Come non conseguire un corretto senso di porzione equilibrata e sufficiente, seguendo, giorno dopo giorno, le indicazioni della nostra dieta personalizzata e, una volta la settimana, a dispetto di tutte le buone abitudini alimentari che abbiamo acquisito, decidere deliberatamente di stramangiare a dismisura?
In conclusione, se avremo costanza nel seguire un percorso graduale verso il mangiar sano, impareremo presto a “non sognare” mai più “il famoso giorno libero”, ma a inserire sapientemente e gestire opportunamente le eccezioni alla dieta, in modo da farne non “occasioni di inciampo”, ma “opportunità di scelte” comunque e sempre utili per la nostra salute … giorno dopo giorno!
Dr. Roberto Vergani, Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione
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